Luciano Moggi: le onde radio trasmesse da un buco nero a fine estate

Il prossimo fine settimana si chiude il calcio d’agosto. La parentesi calcistica estiva che condensa le balle e le nevrosi del mercato, le utopiche illusioni delle amichevoli e le prime testate contro il muro della realtà, quello con cui si dovrà convivere per un’intera stagione.

Il ruolo della “stampa” specializzata – oltre alla speranza di racimolare la questua per qualche copia in più da vendere ai panciuti villeggianti – è di tenere le coscienze sul pezzo e la corda emotiva sempre tesa. “Tornano le milanesi” e sopratutto “l’Italia esce definitivamente dalla crisi economica-finanziaria-politica-antropologica grazie all’acquisto di un trentatreenne/ventitreenne che ama utilizzare smalto rosso per laccare le unghie dei piedi”. Sarà lui a confliggere in una epica battaglia contro il selfie man ministro degli interni e in sforbiciata a salvare il paese dal definitivo declino. Così leggo, in questi giorni, mentre mi disseto con una fresca cedrata.

C’è un interessante video su YouTube da qualche anno. Travaglio, tifoso juventino, in un fuori onda di una nota trasmissione radiofonica, interrompe la sua preziosa testimonianza quando scopre di essere in diretta. Di cosa parlava? Delle passeggiate sul corso a Torino di Andrea Agnelli con Moggi e Giraudo. Ovviamente non c’è nulla di male, ci mancherebbe. Due vecchi amici, disinteressati, fanno un aperitivo insieme e ricordano i bei tempi andati.

Le risate per gli arbitri chiusi nello spogliatoio, il fegato spappolato di Moratti e degli interisti, la buonanima di Biscardi prono e sempre agli ordini.

Certo è strano vedere come Don Chisciotte Travaglio, che da sempre “attraversa fulmini e tempeste”, preferisca evitare argomenti scomodi e glissare pubblicamente su una fottuta evidenza, che tra l’altro lo ha disaffezionato al tifo per la sua squadra del cuore:

http://www.ansa.it/sito/notizie/sport/2015/09/09/calciopoli-cassazione-moggi-strapotere-ingiustificato-_02608c13-0368-47c4-ba7b-e337b45bccb5.html

I contenuti della sentenza della cassazione all’alba del 2015 ci hanno consegnato un triennio, ’15-’18, pressoché identico alle stagioni calcistiche 2004-2005. Con il contributo di alcune leggi della fisica si può tranquillamente dilatare il tempo e notare una meravigliosa continuità spazio-temporale che non esclude di poter parlare di un ventennio di calcio italiano immobile e congelato come in prossimità di un buco nero, quello della sintassi e la dialettica moggiana.

Oltre la fisica, quindi in ambito metafisico-ontologico, un buco nero riesce anche a sopravvivere a se stesso e ad emettere onde radio che stamattina al risveglio mi raggiungono mentre sorseggio il mio caffè. Avvelenandolo.

https://www.tuttonapoli.net/rassegna-stampa/prima-pagina-cds-moggi-confessa-parlo-con-agnelli-e-allegri-non-avrei-preso-cr7-ancelotti-gli-davano-del-maiale-367048

Tradotta, la “confessione” agostiniana/moggiana, dice: ho preso le distanze da Andrea Agnelli, che frequento amabilmente (lo sappiamo benissimo, porca puttana!), poiché ero contrario all’oneroso acquisto di Ronaldo, 30 milioni annui, e preferisco la scelta del Napoli, di un allenatore vincente, che i miei meravigliosi amici, a torto, hanno sempre considerato un purcell.

Spero con tutta l’anima che quella di stamane sia l’estremo tentativo per poter vendere l’ultima manciata di copie ai villeggianti, già scoraggiati dalla prima tramontana e pronti ad indossare il pullover, altrimenti se dovesse trattarsi di un messaggio in codice, a finire nel buco nero nei prossimi mesi saremo proprio noi napoletani.

Fermo restando che se c’è un coglione quello sono io, di prima mattina si sintonizza con le menate italiche, piuttosto che ne so, che con una variazione Goldberg eseguita da Gould. Però è davvero incredibile che a 81 anni quest’uomo, con tutto quello che ha passato, non riesca a trovare nulla di meglio che inciarmare. Dico io, solo per curiosità, vanno di moda ufologi, terrapiattisti, crudisti, naturisti, complottisti, globalisti, niente, o’ pallone, niente di meglio abbiamo che o’pallon’!

 

 

 

 

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